“Il chitarrista da CAMERETTA è uno SCARSO”
Oggi voglio parlare di una terminologia che ho sentito spesso nell’ambiente musicale, in particolare tra i chitarristi: “il chitarrista da cameretta”. Una definizione che ultimamente viene utilizzata sempre più spesso dai musicisti stessi, ma soprattutto dai social network, spesso con accezione negativa.
Ma chi è il “chitarrista da cameretta”? E perché dovrebbe essere disprezzato dagli altri chitarristi?
Innanzitutto, la definizione si riferisce a tutte le persone che suonano senza esibirsi pubblicamente, e quindi si ritrovano a suonare solamente in circostanze in cui il pubblico è assente. A volte, ma più raramente, l’ho sentito utilizzare anche per definire dei musicisti che magari si esibiscono ma solo rimanendo all’interno del proprio studio, quindi facendosi ascoltare e vedere solamente tramite streaming web, soprattutto su piattaforme come Twitch.
Ma perché si tende a disprezzare questa tipologia di musicista? Perché, secondo alcuni, un musicista per essere considerato tale deve avere necessariamente una qualsiasi attività live. In pratica, secondo questi, più un musicista è presente su un palco, di qualsivoglia importanza, più questo è da considerarsi autorevole. Di contro, chi invece non si esibisce viene visto come un musicista poco preparato, che proprio a causa di questa sua lacuna di preparazione si vergogna quindi a farsi vedere in giro suonando.
Io però non sono d’accordo con questa visione delle cose. È vero, suonare assieme ad altri musicisti è una delle esperienze più divertenti e contemporaneamente più costruttive che si possano affrontare, ma non ritengo personalmente che un qualsiasi musicista per essere considerato capace o autorevole o comunque in qualsiasi modo superiore agli altri debba necessariamente esibirsi davanti a un pubblico.
Ci sono molte persone che pensano, nostalgicamente e erroneamente, che l’immagine del musicista rock sia necessariamente il rocker sbandato, dedito ai vizi e che vive la “vita spericolata” tanto cantata dal Blasco degli anni 80. La realtà degli ultimi anni è che il chitarrista elettrico si trova molto più spesso a produrre musica nella comodità della propria camera da letto, con tutti gli strumenti forniti dalla tecnologia attuale per essere completamente autonomo.
E se ha bisogno di qualcuno, esistono dei servizi che gli permettono di trovare il musicista o il professionista di cui ha bisogno senza nemmeno doverlo incontrare di persona.
Il punto è che chiunque costruisca nel proprio privato la propria musica, non è “inferiore” a un altro musicista semplicemente perché non ricalca il canone standard di ciò che un nostalgico vorrebbe necessariamente vedere. Il mio pensiero è quindi: evviva i musicisti da cameretta, evviva chi vuole calcare i palchi ogni sera, evviva tutto ciò che può portare alla creazione di nuova musica.
E magari anziché guardare a ciò che fanno gli altri con disprezzo o con scherno, passiamo quel tempo a studiare il nostro strumento o a comporre nuova musica. E’ sicuramente tempo investito in un modo migliore!